SOLO VENENDO A BERCETO ENTRI NEL MITO
Non c’è nulla da eccepire Berceto con le bellissime auto di un tempo ha avuto a che fare.Le auto piu’ sognate al mondo: le Ferrari, sono nate grazie alla Strada della Cisa, alla gloriosa Parma/Poggio di Berceto ideata per ricordare Giuseppe Verdi. Il 5 ottobre 1919, un giovanissimo Enzo Ferrari che sognava di diventare un grande corridore, tentò di addomesticare alle lancette del cronometro i tornanti di Piantonia, le alture di Casola, i saliscendi di Cassio, sperando di tagliare il traguardo all’Albergo Poggio in cui soggiornava con il suo medico sen. Alberto Agnetti la Regina Margherita. La Strada della Cisa aveva iniziato, anche per le novelle “carrozze” (auto) essere un mito che richiedeva bravura e il coraggio di non toccare i freni e d’improvvisare doppiette ante litteram. Un piede leggero come una piuma sul pedale dell’acceleratore per non far “bollire” l’acqua nel radiatore. Il giovane Enzo Ferrari, corridore, scopriva, amaramente, di non essere portato. Arrivava, nella sua categoria, quarto su quattro autovetture. Nel mondo dell’automobile che lui comunque amava piu’ di qualsiasi cosa doveva entrare ricoprendo un altro ruolo. Lunga gavetta nella mitica auto del biscione con corridori leggendari e poi la grande rivincita sul 5 ottobre 1919: la costruzione della prima meravigliosa Ferrari nel 1947. E’ certo che se Enzo Ferrari non avesse avuto modo di guidare e pensare sulla Strada della Cisa non avrebbe deciso di costruire auto e il mondo non conoscerebbe le sue opere d’arte che lo stesso Ford, vedendole, si toglieva il cappello dal rispetto e ammirazione. Poggio Berceto, dal 1988, con l’assenso e la gioia di Drake, prese il nome di Poggio Enzo Ferrari. Nessuno ne capisce l’alchimia ma nelle auto di un tempo, costruite con amore, pezzo per pezzo, Berceto, aveva un effetto miracoloso. L’acqua bollente pareva far saltare il cofano oltre il tappo del radiatore e fulminare la testa, bastava, invece, rabboccare, con il motore acceso, il radiatore con la buona acqua di una fonte di Berceto e il manometro tornava tranquillo e gli sbuffi di fumo sparivano. Le benzine, dense di piombo per non picchiare in testa, nel carburatore s’armonizzavano, come non mai, con l’aria buona di Berceto che svalica la Cisa densa di aromi del mare, di acque lontane, attraversa faggeti, poi castagneti ed entra nei polmoni sanandoli e nei carburatori dando ottani come un’alchimia e la sconosciuta pietra filosofale.Il tracciato primordiale di questa strada è stato fatto da milioni di poveri sandali ma anche babbucce imperiali, papali, vescovili e soprattutto lo ha voluto bello Napoleone che lo ordinava, perentorio, il 5 luglio 1808, ai suoi genieri per far comunicare il mar Tirreno (Sarzana) al Nord Europa (Verona) e rendere vulnerabili i futuri suoceri di Vienna.Le automobili, a quei tempi, non rientravano neppure nei sogni dei piu’ fantasiosi ma chi apprezza queste nobili auto nella loro capacità, ora scomparsa nei nuovi modelli super tecnologici, di adattarsi alla strada, di pennellare le curve, comprende che la Strada della Cisa, piu di qualsiasi altra strada, è stata tracciata da un grande navigatore. Nulla sarebbe bello, però, se non si prova a guardare, da corridore d’auto, il portale del maestoso Duomo di Berceto e se non si avesse il privilegio di percorrere l’antica esse Medioevale di Strada Romea dai ruderi del Castello dei Rossi fino al viale del Seminario, a Cò di Campo. Vi accorgerete, voi che guidate queste nobili auto, che sui sassi del selciato avanzeranno dolci, in devoto silenzio. L’arte espressa in un’auto sa riconoscere l’arte espressa dall’uomo su antichi edifici e nasce il rispetto reciproco. Rispetto che la metallica voce del navigatore moderno non sa riconoscere. Benvenuti a Berceto il paese di montagna piu’ vicino al mare.
Fonte: Luigi Lucchi ex Sindaco di Berceto.